Racconti

"20" di fumo.
 

Mi giro nel letto ed incontro il suo corpo caldo...l'accarezzo.

Ieri sera, dopo aver fatto discussione, siamo svenuti.

Cerco di non aprire gli occhi, per non svegliarmi del tutto, ma intanto il mio impianto idraulico reclama. A forza mi butto giù dal letto e arranco verso il bagno. Seduto sul water (la mattina non ho la forza di fare il virile in piedi!) proseguo il mio sogno ed intanto la mia sveglia si decide a suonare. Mi chiedo, se non è il caso di alzarmi, per evitare che lei si svegli, quando sento la sua imprecazione prima di battere sul tastino OFF. S’era svegliata.

Accidenti devo pure preparare la moka, ma perché diavolo non lo facciamo la sera che poi al mattino tocca sempre a me?

Alla fine dell'intervento sulle tubature, mi alzo e mi dirigo verso la cucina. Preparo il caffè con un occhio chiuso e cerco con l'altro il barattolo dello zucchero. Mi siedo in attesa che il caffè si versi sulla macchina del gas come ogni mattina e io, dopo, divido per due quello che resta nella moka.

Ahhh..in piedi contro la finestra, mi accendo la sigaretta. Il fumo entra nei polmoni riposati dalla notte, passando per la gola,mi lascia in bocca un buon contrasto col caffè appena preso.

Aspiro boccate lente, pensando al programma della giornata.

Ore 8 in ufficio, non prima d'aver bestemmiato in turco per il parcheggio.

Sorseggio un altro pò di caffè... ed il fumo della mia Camel mi esce dal naso.. .certo che il caffè proprio non lo so fare!

Ore 11 pausa caffè e sigaretta..sfoglio il giornale. Quello che non sono riuscito a vedere durante le interruzioni di lavoro per "pc impallato".

Ore 13 pausa pranzo con Mario del secondo piano, battutacce sulle rispettive squadre del cuore e poi di nuovo mi scrocca una sigaretta.

Faccio l'ultimo tiro poco prima del filtro e poi bagno il restante sotto l'acqua corrente.

Ho fumato con la finestra aperta così lei non borbotta sulla puzza di prima mattina, fa niente se mi sono congelato!

Torno in camera da letto in cerca di effusioni, ma non appena mi avvicino, la sua smorfia schifata mi catapulta alla fine del letto. Ok, come non detto vado a farmi la doccia!

<< Buongiorno amore eh!>>

La mia frase si perde dietro la porta del bagno. Doccia, barba e scelta dei vestiti.

Alle 7 e 30 in punto sono fuori casa. Prima però, bacio al sapore di Colgate sennò rischio di prendere un altro "schiaffo" contro la puzza.

Entro in auto e ne accendo un altra. Non amo fumare in auto. La sigaretta si consuma tutta in mano, sullo sterzo e se non mi sbrigo a buttare la cenere finisce che si posa sui mie pantaloni. Oppure, se ho tutte due le mani occupate, la tengo in bocca, ma il fumo che esce mi acceca. Cazzo! Un ingorgo o un incidente? Fermi come le paline dei bus cerco una via di uscita. Butto la cicca di fuori e comincio ad inveire contro un nonnetto centenario che stamattina invece di restare al geriatrico s'è messo al volante. Cerco con la mano, sul sedile di fianco il pacchetto. Non trovo l'accendino e a forza di allungarmi perdo di vista il lunotto anteriore. Mi tiro su e se non mi sbrigo ad inchiodare entro nel bus numero761 che mi precede.

L'accendino però non l'ho trovato.

Uso l'accendi sigarette della macchina.

Mi è antipatico sto coso. Non ritrovi mai la sua collocazione dopo che l'hai usato. Accidenti quindici minuti per fare due chilometri!

Il fumo esce a stento dal finestrino, decido di aprirlo tutto tanto non c'è vento!

Faticosamente non faccio infilare nessuno tra me e l'autobus ..<< hei bello c'ero prima io..tu aspetti il tuo turno!>>

Dallo specchietto retrovisore vedo che neanche il mio inseguitore lo lascia passare e dentro di me esulto come un bambino.

Sono alla mia 4° sigaretta. Rifletto e mi dico che, quando sono stressato, una ne accendo e una ne spengo. Dovrò decidermi a smettere prima o poi...

guardo l'orologio e la cenere come previsto si va mettere nella "v" delle mie gambe, esattamente tra il sedile ed il mio "cavallo"! Intanto che aspetto che diventi verde sto stramaledetto semaforo, cerco di buttarla via dal sedile. Mi tiro su col piede ancora sul freno e spazzolo via quel che resta della polvere sale e pepe e per poco, mollando il piede dal freno, non entro col culo nel muso della Bmw che c'ho dietro. Lo strombazzare del clacson mi fa incollare il destro sul pedale, ed io mi siedo sulla restante cenere. Vabbè  lasciamo stare che già mi girano.

Con un entusiasmo da derby del cuore riesco ad inserire la prima marcia e poi la seconda...alla terza sento giungere l'orgasmo.

Arrivo davanti all'ufficio con quindici minuti di ritardo. Mollo la macchina nel primo buco utile ed esco sudato come se avessi fatto la maratona di New York.

Mario è "già" li e siccome anche stamattina ho fatto la fine di Toto Cutugno al festival, mi tocca pagare il caffè, così timbrerò con mezz'ora da scalare sulla busta paga. Entriamo nel bar. Caffè veloce poi fuori a fare la quinta boccata d'ossigeno.

Ore 8:35: seduto davanti al mio Pc..stramaledico la donna delle pulizie che mette in ordine la mia scrivania. Passa un panno umido dopo venti scrivanie e m'incolla tutta la zozzuria delle prime diciannove.

Aggiungiamo pure che crede di fare ordine e così passo la prima mezz'ora a capire di quale pratica mi stavo occupando venerdi.

Dopo l'iniziale smarrimento prendo il ritmo e alle 11:15 Mario mi segnala la pausa.

E’ si.. quindici minuti per recuperare il ritardo di stamattina, stacco la mano dal mouse e mi dirigo al bar aziendale.

Chiamarlo bar è fare un complimento all'architetto che ha ideato sto sgabuzzino e l'ha chiamato BAR AZIENDALE!!! La scritta finisce dopo del muro, ovvero una lettera resta sospesa nel nulla!

Prendiamo il solito caffè macchiato in anonimi bicchierini di carta, ma non era meglio una macchinetta automatica? Meno spazio e la stessa schifezza scendeva nel bicchierino senza fregio.

Usciamo a "succhiarci" la mia Camel che tanto pure oggi me l'ha scroccata.

In piedi,fuori la finestra, con davanti le fabbriche produciamo più fumo di loro e pure ora, come stamattina a casa mia, c'ho un principio di congelamento.

Il rientro è rapido, ma non indolore, ancora due ore di scartoffie prima della prossima sigaretta.

E prima della mia agognata boccata di catrame lotterò col cibo della mensa. Assolutamente senza colore, odore e figuriamoci sapore. L'unica maniera per sapere cosa sto mangiando è leggere il menù affisso all'entrata. Alcune volte amo il rischio e schivo quelle povere parole messe in fila con fantasia a descrivere COSA SI POTREBBE O SI SAREBBE POTUTO MANGIARE. La realtà supera di gran lunga la fantasia.

Alla fine di questo pranzo luculliano, l'unica soddisfazione la trovo con l'accendino in mano, in piedi come un cero fuori alla finestra.

Intorno alle sedici ho un attimo di nostalgia ed esco furtivo dalla stanza dei bottoni per andarmi ad infilare tra l'anta e il muro, con la Camel alla Jigen!

Finalmente alle diciassette in punto e che diamine non si può sempre far tardi! Sono fuori!

Mario mi raggiunge e m'invita per un campari e già so che dopo vuole la sigaretta, andiamo al bar e davanti alla cassa faccio mielina.

Lui paga e col bicchiere in mano siamo già fuori. Mi parla di possibili tagli aziendali ed io preoccupato apro il pacchetto e m'incollo in bocca la mia 9° sigaretta. Butto il fumo pure dal naso mentre m'infervoro con Mario contro i tagli.

Dopo una buona mezz'ora di discussione ancora col bicchiere in mano entro al bar, lo tiro a Francoil barista, neanche fossi Clint Eastwood ed uscendo rimando tutti a domani.

La mia auto e bloccata da un utilitaria color "frigorifero anni 70". Comincio a suonare il clacson e dopo venti  minuti ed un mozzicone fumato fino al filtro riesco ad uscire da quel parcheggio, non senza aver investito di parolacce il bullo che l'ha lasciata li.

Immerso nel traffico pomeridiano e la radio a farmi compagnia penso che non appena arrivo a casa mi sfascio sul divano col telecomando in mano e il mio posacenere preferito accanto.

Botta di culo ed il traffico che m'imprigionava si dissolve in un attimo.

Parcheggio nel mio posto auto e mentre esco urto con la sigaretta il mio impermeabile Burberry. Buco all'altezza della tasca e bestemmio 850 volte, quanti sono stati "gli euri" investiti.

Salgo quattro a quattro le due rampe di scale che mi dividono dal relax. Apro la porta e finalmente il mio sogno si sta per avverare quando squilla il telefono << e che cazzo m'hanno visto entrare?>>

Alzo il ricevitore e dall'altra parte mia moglie mi trafigge l'orecchio con una raffica di parole...

Col telefono poggiato sul bracciolo del divano aspetto che riprenda fiato ed intanto mi alzo a svuotare il posacenere dalle due sigarette che già mi sono fumato in questo monologo.

..non ci posso credere mi ha chiamato per dirmi di smettere di fumare! Mi verso un po’ di Brandy e l'accompagno alla mia Camel...è si va proprio festeggiata una notizia cosi! Un libro per smettere di fumare!Mah!

La sera a cena il mio tesoro mi ha ubriacato di progetti... cure, soluzioni,proposte d'aiuto con terapie psicologiche e quant'altro e a mezzanotte crolla dalla stanchezza.

Io davanti alla finestra fumo la mia ventesima sigaretta. Spengo la luce della cucina... indosso il pigiama e do il bacio della buona notte all'oratrice folle.

<Buona notte eh!> e con lo stesso “schiaffo” del mattino mi giro dall'altra parte e ci vediamo al prossimo pacchetto.